Tra L'Aquila Rugby e Rovigo vincono gli ospiti..e la noia

brutta partita al Tommaso Fattori

07 Gennaio 2012   18:03  

L’Aquila - Rovigo, un tempo, era una bella partita. Al Tommaso Fattori  i rodigini passano e raccolgono punti.

Risultato finale: L’aquila Rugby 8 Femi Cz Rovigo 27.

L’Aquila Rugby non entra mai in partita, anzi ne esce ancora prima di entrare in campo, complice un approccio mentale del tutto inadeguato (forse derivante dalla lunga pausa) e da una condizione fisica che invece di crescere sembra sia in caduta. Non si vogliono fare drammi e, come i nero verdi non erano dei campioni dopo la vittoria di Roma, così, dopo la sconfitta odierna, non sono improvvisamente diventati degli idioti, ma quello che è lecito osservare è la linea comune che lega tutti gli incontri finora disputati: non c’è un piano di gioco che guida le azioni di tutti i reparti.

La squadra vive di fiammate improvvise all’interno di lunghi sonni collettivi e le folate offensive, che di tanto in tanto spuntano fuori dalla noia, sono talmente sporadiche da apparire casuali. Se a questa realtà ormai consolidata si aggiunge anche una mischia in affanno per tutti gli ottanta minuti (come è accaduto oggi) allora la debacle è ancora più evidente, seppure contro un avversario di spicco come il Rovigo, nonostante oggi non abbia assolutamente mostrato un bel gioco. Qui la fotogallery.

Primo tempo. L’Aquila scende in campo senza capitan Zaffiri, ancora alle prese con lo stiramento, e Subrizi, fermato dall’influenza. Al 2’ sono i neroverdi a sbloccare il risultato con il piede di Gerber. 3 – 0. Il Rovigo reagisce e trova subito la meta al 4’ sfruttando due generosi buchi nella prima linea aquilana prima a metà campo e poi nella ventidue. Duca schiaccia e trasforma. 3 – 7. Il piede del mediano rodigino allarga la forbice al 19’. 3 – 10. Al 21’ Gerber sbaglia un calcio e al 29’ il Rovigo allunga con la seconda meta. L’aquila gestisce la palla in attacco ma la perde al secondo raggruppamento dentro la ventidue avversaria e lascia campo per il contropiede di Pavan, che calcia in avanti e senza affannarsi troppo supera in “velocità” i lentissimi nero verdi, che provavano a contrastarlo. Duca trasforma. 3 – 17. Scatto di orgoglio dei nero verdi che al 40’, dopo il giallo per Ferro che lascia in 14 il Rovigo, trovano la meta in spinta con Cialone. Gerber manca la trasformazione. 8 – 17.

Secondo tempo. La folata d’attacco al primo minuto, che vede Long correre per 50 metri e fermarsi poco fuori la ventidue avversaria, è l’ingannevole apertura di una ripresa che poi si rivelerà, addirittura, più brutta e noiosa della prima frazione. Tra mischie disastrose, passaggi in avanti ripetuti da entrambe le parti e azioni frammentarie si arriva al 60’, quando Duca realizza un altro calcio per il Rovigo. 8 – 20. La terza meta ospite arriva al 28’, ad opera di Cristiano, trasformata dal solito Duca. 8 – 27. Rimane solo il tempo per due folate offensive nero verdi che si infrangono inesorabilmente sull’avanti a 5 metri dalla linea di meta, prima di Crichton e poi di Long.

E pensare che il pubblico aveva comunque ben risposto agli appelli della società che chiedeva l’appoggio dei tifosi e lo stadio appariva molto più gremito rispetto al solito. Purtroppo la partita non è stata all’altezza delle aspettative e non solo per demeriti aquilani. Un tempo lo stadio sarebbe stato pieno per vedere L’Aquila sfidare il Rovigo perché, allora, entravi allo stadio per vedere uno spettacolo, mentre oggi entri allo stadio e, spesso, non vedi l’ora di uscire.

Matteo De Santis


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