Incredibile
davvero. Sembrava una partita persa, sin dall’inizio. Contro un
Verona così attrezzato, così spietato, così ben messo in campo,
con una difesa arcigna che non lascia scampo, un attacco fantastico
che inventa e castiga con lo sgusciante Gueye e le inesorabili
colonne di Nobile e Soave, con una mitica guida tecnica dal nome
inconfondibile di Filippo Faina; contro una squadra così, apparsa
da subito quadrata e fortissima in ogni reparto, non c’era proprio
speranza per nessuno, figuriamoci per gli stressati biancorossi:
sempre in infermeria, al freddo di un Paltricalle carente, con una
classifica mortificante e sotto esame continuo. Le furie invece,
sempre lì, sul collo dell’avversario; senza sosta a rintuzzare,
con Radovanovic e Peruzzo costretti agli straordinari sottoplancia ed
un Gottini stratosferico in ogni luogo. Un gioco duro, un gioco
asfissiante, a volte anche disgustoso ma sempre vivace e carico
d’agonismo. Per certi versi una partita anche salutare, per un
pubblico esperto ed esigente, che spera, che sogna, che brama
vittorie e bel gioco. Un pubblico che esce dal Paltricalle libero e
soddisfatto per un risultato più che giusto: Teate Chieti 84 –
Tezenis Verona 79, e dopo un evitabile e snervante over time, per un
arbitraggio senza parole. Vittoria dunque salutare per tutto il mondo
del basket teatino, che inizia l’anno con il piede giusto. Una
Teate Basket che parte bene ma che spera di poter cominciare a
rivedere sul parquet uomini fondamentali ed indispensabili come
Bagnoli già dal prossimo impegno di Bassano. I sogni più belli
senza stress e senza smisurate fatiche.
Nando
Marinucci