Sembra complicato, ma non lo è. In tanti attualmente si stanno scervellando cercando di capire come funzionerà l’ anno entrante in Lega Pro. La riforma ci sarà il prossimo anno o tra due? Si retrocederà o no dalla Prima Divisione? E i fuoriquota, di quali anni saranno?
E’ stato chiaro il presidente Mario Macalli, incalzato su questi temi dai cronisti a margine del convegno a L’Aquila sui progetti “Stadi senza barriere” e “Supporters Trust”.
Partiamo dalla riforma. Quando ci sarà? “Le riforme si fanno sulla base di regole – ha iniziato Macalli – Quelle in vigore ad oggi, stabiliscono che rimanendo così le cose, l’ anno prossimo ci sarà una sorta di anno sabbatico, di preparazione alla riforma.” Che, aggiungiamo noi, scatterebbe in questo caso non l’ anno prossimo, bensì dalla stagione 2014-2015. Come cambierebbero le cose? “Martedì (oggi, ndr) avremo una riunione con la Federazione, la Lega dilettanti e l’ Aic. Siccome temiamo che per strada perderemo qualche altro club, vorremmo porci una nuova regola. Fissare un numero sotto al quale già l’ estate prossima verrebbe varata la riforma. Cioè, ci vorremo far trovare pronti ad una eventuale riforma per trauma se dovessero saltare altri club.”
Della serie: occorre una norma per fare una riforma. Allora, si fissa un numero (60 o 66?) sotto al quale già nel 2013 scatterebbe la riforma. E sopra al quale, invece, si vara il famigerato anno sabbatico. Nella riunione di oggi si parlerà di questa soglia, che poi dovrebbe essere varata entro il 30 luglio dal Consiglio Federale, in modo da essere esecutiva per la prossima stagione.
E da qui, dipende tutto il discorso delle retrocessioni. “Rimane tutto invariato – ha ripetuto più e più volte Macalli – Ho letto tante fandonie, tipo che non si retrocede dalla Prima Divisione o che chi retrocede va direttamente in serie D. Niente di più falso. Dalla Prima Divisione si retrocederà come sempre.”
Ma il meccanismo, in questa occasione, è sottile. Riprendendo i due scenari sopra prospettati, cioè riforma o anno sabbatico, viene sfatato il falso mito che si è creato negli ultimi giorni di eventuali retrocessioni dalla Prima direttamente in serie D. Come? Se il numero delle squadre l’ estate prossima permetterà l’ anno sabbatico, le retrocesse dalla Prima giocheranno normalmente in Seconda. Se invece il numero delle squadre imporrà la riforma, cosa succede alle retrocesse dalla Prima? A maggio retrocederanno in Seconda, ma un mese dopo la riforma imporrà che le compagini facenti regolarmente parte degli organici di Prima e Seconda Divisione formeranno la C unica. Quindi, in questo caso e solo in questo, nonostante Macalli continui a dire che si scenderà regolarmente dalla Prima, le retrocessioni non produrranno praticamente effetti.
Poi altri due chiarimenti: uno sui ripescaggi, uno sui fuoriquota.
Sul primo aspetto Macalli ha voluto chiarire un’altra cosa: “La Lega nei ripescaggi non c’ entra niente. Fa tutto la Federazione, stabilisce i criteri, stabilisce la griglia definitiva e sempre alla Federazione vanno i soldi del fondo perduto. Fuoriquota? Ho letto che mancano regole certe. Non è così, basta prendere il regolamento dell’ anno scorso applicandogli un anno in meno.” Dunque, per quest’ anno per accedere al minutaggio in Seconda Divisione occorreranno tre fuoriquota classe ’92 (qualcuno andava dicendo un ’91 e due ‘92), mentre in Prima due classe ’92. “L’ unica cosa che cambierà circa il minutaggio è la ripartizione delle somme – ha concluso Macalli – Mentre l’ anno scorso abbiamo distribuito il totale del monte contributi sulla scorta del minutaggio, quest’ anno il 75% verrà suddiviso in base ai minuti accumulati dai fuoriquota, mentre il restante 25% verrà distribuito in base ai risultati dei settori giovanili delle società.”