Alcuni giorni fa avevamo parlato della possibile convergenza di vedute tra la famiglia Navarra ed il gruppo Edimo, in merito alla probabile realizzazione della cittadella del rugby a Poggio Picenze.
Queste voci che si rincorrevano da un po’ di tempo in città, sono state poi categoricamente smentite da entrambe le parti chiamate in causa. Prima il gruppo Edimo aveva perentoriamente affermato di non essere in alcun modo interessato alla realizzazione della cittadella, poi l’ingegner Rossi, progettista della stessa, aveva ribadito di aver lavorato esclusivamente per conto dei Navarra.
Ora, facendo un passo indietro, prendiamo atto di questa realtà che si sta configurando, essendo in questo momento assolutamente convinti dell’estraneità della Edimo in questa trattativa. In questo modo si è data risposta ad una domanda che da giorni circolava in città e, alla quale, nessuno aveva ancora dato la giusta rilevanza.
Le voci che volevano possibile questo eventuale accordo, si nutrivano dell’anomalia della realizzazione di un progetto così importante in un territorio così favorevole alla Edimo stessa.
L’immediata disponibilità data dal comune di Poggio Picenze alla realizzazione della cittadella, porterebbe invece a pensare che gli stessi rapporti tra il comune e la Edimo non siano poi così idilliaci come un tempo. Ovviamente chiunque vorrebbe che nel proprio territorio sorgesse la bellissima opera scaturita dalla penna dell’ingegner Rossi, che, però, potrebbe tra le altre cose rivestire anche un alto valore politico.
Questa situazione, sommata al perentorio ventaglio di smentite arrivate nei giorni scorsi, porta a una valutazione diametralmente opposta rispetto a quella fatta in precedenza. La realizzazione della cittadella del rugby potrebbe quindi essere un ponte per distaccarsi dai soliti scenari e inserire un nuovo elemento all’interno degli ambiti politici locali.
Niente di sbagliato. Lo sport è ovviamente il mezzo più immediato e valido per entrare nel cuore della gente. Il rugby, da parte sua, non fa eccezione, particolarmente in una città come L’Aquila che vive di esso.
Quello che nel rugby ancora non è presente, invece, è forse la completa consapevolezza di queste realtà, troppo spesso considerate estranee alla nobiltà della palla ovale.
Il rugby è cresciuto e da molti anni non è più vergine a queste politiche.Il rugby, come il calcio, chiede molto per la propria ragione di esistere, ma, se preso nel verso giusto, può dare altrettanto e ancora di più in cambio.
Per questo, ribadendo nuovamente la totale estraneità della Edimo nella sua realizzazione, non possiamo che accogliere positivamente la notizia che qualcuno abbia dato immediata disponibilità alla creazione della cittadella e, ora, non rimane che aspettare la conclusione della trattative per vederne iniziare i lavori.
Il rugby aquilano, come quello nazionale, è definitivamente cresciuto e, in fin dei conti, non è necessariamente un male.
Matteo De Santis