La chiusura dei Giochi del Mediterraneo

Cerimonia spettacolare come quella di apertura

06 Luglio 2009   15:58  

Pescara 5 luglio 2009. Si è aperta con la parata degli atleti la Cerimonia di chiusura dei Giochi. Hanno attraversato la città accompagnati dalla marchin’band di Collarmele, dalle majorette di Miglianico e dai portabandiere. Tutti insieme e non divisi per Paese, come avviene solitamente, un contrappunto simbolico al messaggio di unità e di pace, di contaminazione culturale, che questa sedicesima edizione dei Giochi del Mediterraneo ha tenuto a sottolineare in ogni sua fase. Una parata particolarmente festosa, quindi, mentre un dirigibile bianco sorvolava il percorso seguito dalla parata.

 

“Una festa grandiosa, una sfida onorata” ha esordito il presidente del Comitato Internazionale dei Giochi: Amar Addadi. Poi, ha snocciolato tanti “grazie”: all’onorevole Mario Pescante, al Comitato organizzatore diretto da Mario Di Marco, al Coni, ai volontari. Di questi ultimi, ha detto: “senza di loro i Giochi non possono essere quello che sono” . Agli atleti: “Fieri delle performance e dei record che avete battuto, ma tutti meriterebbero il palco. Quando tornate nei vostri Paesi raccontate la bellezza di questa terra e la fierezza di questa gente". Infine l’invito a ritrovarsi a Volos per la XVII edizione dei Giochi. Anche questa volta, il presidente Addadi, come aveva già fatto nella Cerimonia di Apertura, ha reso omaggio a suo modo agli abruzzesi e al loro impegno, e dopo quel “pecche nun sem nu”, ha chiuso il suo discorso fra gli applausi con un: “Pecche vu sete vu”. 

Ha usato i toni e le parole dello sport, l’onorevole Mario Pescante: “Ce l’abbiamo fatta... noi abruzzesi abbiamo vinto... una squadra unita può vincere anche contro ogni avversità”; nel suo saluto di commiato, il Commissario Straordinario della XVI edizione dei Giochi, ha dedicato un intero passaggio ai volontari: “Grazie ed un abbraccio a voi tutti, cari volontari, ragazze e ragazzi d’Italia. Siete stati tremila meravigliosi rappresentanti di questa Italia giovane e disinteressata, che ha la solidarietà e l’impegno come bussola della propria vita, la grande, grandissima Italia del volontariato. Con la vostra presenza ci avete dato il successo del presente e la certezza del futuro”. 

Infine l’omaggio agli atleti: “Avevamo un slogan: un mare, un sogno. Cari atleti, quel sogno lo avete realizzato E’ un sogno che si chiama, unità, rispetto reciproco, pace. Portiamolo tutti con noi, continuiamo a viverlo ogni giorno.”  Sul palco Francesco Giorda e Sophie Lheureux hanno introdotti i diversi momenti della serata; dall’alzabandiera ad opera del picchetto d’onore della Guardia Forestale mentre la Fanfara dell’Esercito suonava l’inno nazionale, ai saluti protocollari, al passaggio di testimone fra la città di Pescara e la città di Volos, sede della prossima edizione dei Giochi del Mediterraneo. Il sindaco Luigi Albore Mascia ha consegnato la bandiera dei Giochi al presidente Amar Addadi che a sua volta l’ha consegnata al sindaco della città Greca: Aleksandros Voulgaris.

Mentre la bandiera dei Giochi viene ammainata, il tenore Piero Mazzocchetti, ha eseguito “Lucean le stelle”; il mare che riflette le luci delle decine di imbarcazioni della Guardia Costiera, le quali, idealmente, rappresentano il viaggio dei Giochi dalla costa italiane a quella greca. 

E la festa continuerà fino a tarda notte sulla spiaggia con un vero e proprio White Mediterranean Party. Albertino alla console con un mix di brani a sink con pyro sul mare per far ballare atleti, volontari e tutta la città ore insieme al dj set di Milly De Mori.


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