L'Inter è sul tetto d'Europa. E'  stata una lunga e dura scalata,  fatta di ostacoli e clamorosi scivoloni. La rincorsa alla coppa più  prestigiosa del continente non è cominciata un anno fa e neanche due, se  volessimo farla coincidere con l'arrivo di Mourinho.
Possiamo  partire dalla stagione 1964-65, anno in cui la grande Inter di Helenio  Herrera vinse la seconda coppa dei campioni consecutiva. Da quel  momento  è stato un coma profondo per 45 anni, interrotto dalla grande vittoria  di sabato sera. Papà Moratti era alla guida di quella storica  squadra  che non aveva rivali in Europa.
Nei molti anni di buio che hanno  contrassegnato la storia successiva della squadra milanese, la svolta  sembrò arrivare nella stagione 1995-96, anno in cui Massimo  Moratti prese la guida della società neroazzurra. Ventisette anni dopo, un  Moratti tornava a dirigere le finanze della squadra. Massimo Moratti,   figlio del più illustre Angelo, eredita dal padre due cose molto  importanti: la SARAS, ditta che opera nel campo della  raffinazione del  petrolio e una smisurata passione per la squadra neroazzurra.
Da  quella stagione in poi l'obiettivo dichiarato è riportare l'Inter ai   massimi livelli del calcio nazionale e internazionale. Le premesse erano  buone, ma i risultati non furono all'altezza delle aspettative. A  fronte di cifre astronomiche spese da Massimo Moratti, la squadra   stentava ad imporsi nel calcio che conta. Nei soli primi sette anni di  presidenza la spesa del presidente ammontava intorno ai 500 milioni  di  euro, che vennero ripagati con una sola coppa uefa vinta nel 1997-98.
La storia della grande rincorsa di Massimo  Moratti all'Europa è contrassegnata da spese folli e spesso non  troppo oculate. La favola del figlio che cerca di superare o di  eguagiiare il padre vede un susseguirsi di acquisti e cessioni senza  precedenti.
Nel 2006, anno del  primo scudetto vinto sul campo dell'era Moratti, undici anni  dopo l'inizio dell'aventura del presidente, la cifra spesa è salita e  tocca quasi i 750 milioni di euro, con una media di circa 60  milioni di euro annuali, per l'acquisto di 120 giocatori.  Oltre i giocatori acquistati ex nove dal patron nerazzuro bisogna  aggiungere gli altri già presenti e si raggiunge l'impressionante cifra  di 186 giocatori segnati sul libro paga della società.
In questa ammucchiata di calciatori che  vanno e tornano, bisogna ricordare come anche gli allenatori si sono  susseguiti in numero ragguardevole. Sempre alla data del 2006, si  erano sostituiti alla guida della panchina neroazzura 14 allenatori  (una media di 1,16 allenatori a stagione). Basti ricordare la  stagione 1998-99, quando ben quattro esoneri portarono  altrettanti allenatori alla guida della squadra, portando  nel'immaginario collettivo l'idea dell'Inter come la squadra più  ingovernabile del mondo.
Lo stesso Moratti paga più di una volta di persona gli insuccessi della squadra, che  lo portano alle due clamorose dimissioni del 1999 e del 2004.  In quest'ultima occasione viene sostituito da Facchetti, per poi  riprendere definitivamente il posto di presidente nel 2006 alla  morte del dirigente.
Roberto  Mancini rappresenta un elemento nuovo in questa storia rimanendo per  ben 4 anni alla guida della panchina neroazzurra, record assoluto sotto  la guida di Massimo Moratti. L'allenatore porta 3 scudetti nella bacheca della società (due vinti sul campo e uno assegnato a  tavolino dopo lo scandalo calciopoli). Ma qualcosa ancora non quadra. Il  presidente non cambia più così spesso l'allenatore ma continua comunque  a spendere cifre esorbitanti per costruire la squadra e la champions  league rimane ancora un miraggio.
Arriviamo  al 2008. Il presidente esonera Mancini, nonostante fosse  l'unico allenatore capace di vincere qualcosa sotto la sua guida e  soprattutto nonostante ci sia un contratto che lo lega alla squadra per  altri quattro anni. Come quindicesimo allenatore dell'era Moratti viene  preso il più bravo di tutti. Mourinho arriva alla corte di  Massimo il 2 giugno 2008. 8 milioni di euro di buonuscita per Mancini  e 10 milioni di euro annuali per il portoghese, è il contratto più  alto mai firmato da un allenatore.
La  spesa continua a salire e tocca cifre da capogiro, si può  tranquillamente parlare di circa un miliardo di euro, ma ormai è  certo che la champions arriverà. Ma non è così.
Il primo anno Mourinho cade agli ottavi contro il Manchester,  ma vince lo scudetto. Qualcuno comincia a chiedersi se davvero sia  stato utile spendere tutti questi soldi per un allenatore che non vince  più del precedente. Forse anche Moratti comincia a porsi la stessa  domanda.
Arriviamo alla stagione 2009-2010.  Un alltro fallimento sarebbe stato inaccettabile. Forse questa era  l'ultima occasione per coronare il sogno di chi non vuole più vivere  all'ombra del padre.
Non si poteva  fallire e finalmente l'Inter non ha fallito. Ha vinto tutto  quello che poteva vincere, compresa la tanto agognata champions league, è  salita sul tetto d'Europa con la squadra più internazionale che ci sia  al Mondo. Non un giocatore italiano ha giocato la finale di Madrid.
Dopo quattordici anni di presidenza il  bambino che vive in Moratti ha definitivamente coronato il suo sogno. L'Inter  è campione d'Europa, il presidente può finalmente dormire sonni  tranquilli. Tutta l'Italia può festeggiare perchè grazie a questa  vittoria conserviamo i quattro posti nella più importante coppa europea,  ma qualcuno si è chiesto a che prezzo?