L’AQUILA – Doveva essere la partita del riscatto. Quella dalla quale iniziare il proprio campionato, quella dalla quale risalire la china verso i posti che la società merita. E invece… E invece, peggio che andar di notte. L’Aquila si vede raggiungere dal Fondi al 91esimo e getta alle ortiche altri due punti. Il tutto, ovviamente, con l’ ennesima lezione di calcio da parte degli “undici ragazzini terribili” (così li chiama il tecnico) di Eziolino Capuano. Non tanto nel primo tempo, quando L’Aquila qualcosina di buono (scusate, di decente!) l’ aveva fatto, quanto nella ripresa. Quando, insomma, s’ è trattato di iniziare a giocare a pallone, a Capuano è bastato cambiare modulo ed il Fondi ha messo alle corde L’Aquila. Cambi fascia, cross, verticalizzazioni, tutto il repertorio. Con tanto di otto corner (dodici in totale) conquistati, per rendere l’ idea di un chiaro predominio territoriale. Bontà loro che non annoverassero tra le proprie fila gente di categoria, altrimenti probabilmente non staremmo parlando di un pareggio. Di fronte la solita L’Aquila. Ovvero reparti slegati, poche idee e, soprattutto, una condizione fisica da incubo. Graziani l’ aveva definita “un luogo comune”, fatto sta che nelle ultime tre giornate nella ripresa i rossoblù sono sempre calati vistosamente. E se smetti di correre, è normale che tutti gli avversari fin qui incontrati facciano un figurone, manco fossero il Barcellona. Insomma, se pure L’Aquila avesse vinto, e scrive uno convinto che nel calcio contino solo i risultati, di buono ci sarebbero stati solo i tre punti per i rossoblù.
Facendo un giochino semplice semplice, se l' anno scorso pur vincendo il pubblico fischiava per la mancanza di gioco, ora che mancano i risultati cosa dovrebbe fare?
Sia chiaro, non ci piace gettare la croce addosso a nessuno, né fare tragedie, nè criticare per il gusto di farlo. Ma qui numeri e spettacoli offerti parlano chiaro, inutile nascondersi dietro un dito. Urge una soluzione, un correttivo. Perché altrimenti il rischio è quello di gettare un altro anno insieme ai tanti investimenti effettuati. E questo significherebbe mettere a repentaglio l’ unico, incommensurabile patrimonio che L’Aquila oggi può vantare: una società finalmente forte. Proprio per questo ora la proprietà deve dare un segnale. Se vuole dare una scossa ed una risposta ad una tifoseria (nb: pubblico dimezzato rispetto all’ esordio) prima perplessa e ora delusa da un inizio molto al di sotto delle potenzialità di questa squadra.
Le cose sono due: o L’Aquila ha racimolato una decina di brocchi sul mercato oppure, come si dice da queste parti, manca il manico. Il resto sono solo chiacchiere. Ad oggi ben nove squadre hanno fatto meglio dei rossoblù. E di queste, c’ è da giurarlo, nessuna ha speso più dell’ Aquila, anzi.
E poi, la cosa che lascia più interdetti è che questo allenatore era stato presentato come un tecnico da calcio champagne. Uno alla Zeman, per usare le parole di Ercole Di Nicola, che in qualità di direttore tecnico lo aveva scelto da tempo credendo nelle qualità umane e tecniche di Graziani. Uno che ricercava il risultato attraverso il gioco, uno per far dimenticare il pragmatismo di Ianni e per riportare la gente al Fattori per godersi lo spettacolo. Ebbene, con tutte le scusanti del caso, a voler per forza di cose individuare un’ idea gioco, ad oggi bisognerebbe incoronare Tiziano Mucciante come play maker di questa squadra. Perché a lui è demandato il compito di calciare dalla difesa per pescare la torre in attacco. Insomma, la versione più aggraziata del “palla lunga e pedalare”.
Ma il gioco arriverà, a sentire Graziani. Che aveva chiesto tempo dopo la sconfitta col Pontedera, che è tornato a farlo dopo le tre pappine di Aprilia e che, udite udite, è tornato a farlo anche oggi in sala stampa. “Due o tre settimane” per vedere L’Aquila che vuole lui. E nel frattempo? Che facciamo, il campionato lo iniziamo a fine ottobre? O cerchiamo di racimolare più possibile sperando nella giocata di Ciotola e nel golletto di Improta? Dispiace, ma una squadra che vuole vincere non può permettersi ragionamenti simili.
La cronaca. Tante novità nei rossoblù: Ligorio è in tribuna a causa problemi all’ adduttore, al suo posto esordisce Rapisarda. Al centro dell’ attacco Colussi al posto di Infantino, che si accomoda in panchina. Graziani torna in panchina, Testa tra i pali, Iannini riassapora il calcio giocato dopo tre giornate di stop. 4-2-4 il modulo iniziale, con Ciotola e Triarico spesso alternati sulle fasce e pronti a ripiegare in fase di non possesso.
Il Fondi, invece, si presenta con un 3-5-2 con i soliti cursori esterni pronti a ripiegare o offendere a seconda della fase di gioco.
Qualche schermaglia in avvio, poi L’Aquila prova a salire in cattedra e al 23’ passa: Ciotola se ne va e mette in mezzo per Improta, che in corsa di sinistro beffa Gasparri, che tocca solamente. I pericoli per il Fondi arrivano solo dalla destra: al 35’ Ciotola per Colussi che stoppa bene in area ma spara alto, poi un minuto dopo ancora Ciotola si scatena sulla destra, Gasparri si rifugia in angolo.Tiro cross di Triarico al 40’, smanaccia Gasparri.
Nella ripresa Capuano cambia e sostituisce Colella ed Esposito con Marotta e Cucciniello, ridisegnando i suoi con un 4-3-3. Il Fondi inizia a giocare e L’Aquila cerca la ripartenza. Al 16’ Fedi capitombola in area da buona posizione sciupando il buon cross di Naglieri dalla sinistra. Risponde L’Aquila al 22’ con il tocco delizioso di Improta a smarcare Albanese, che in area tentenna troppo e si fa recuperare.
Al 24’ traballa L’Aquila: sponda dentro di Prisco per Bernasconi, che da due passi regala la palla a Testa. Al 29’ la chicca tecnica rossoblù: Ingrosso rileva Colussi e difesa a 5 per un 5-4-1 con Improta unica punta e Albanese a supporto. E per poco proprio sull’ asse Improta – Albanese non si chiude la partita. Al 35’ cross di Improta, Albanese di testa può raddoppiare da due passi, ma Gasparri manda sul palo e la difesa sventa. Al 40’ contropiede di Albanese, appoggio per Improta che spara in bocca a Gasparri. Ma il Fondi non si perde d’ animo e continua a giocare sfruttando la superiorità a metà campo fino al 46’, quando approfitta dell’ ennesima palla persa dai rossoblù e punisce Testa con una staffilata mancina di Guidone, che termina sull’ angolino opposto. Pari e patta, e il Fattori si riempie di fischi.
L’AQUILA – FONDI 1 - 1
MARCATORI Improta (LA) al 24’ p.t.; Guidone (F) al 46’ s.t.
L’AQUILA (4-2-4) Testa 6; Petta 5, Pomante 5,5, Mucciante 6, Rapisarda 6; Agnello 5,5, Iannini 5,5; Ciotola 6 (dal 14’ s.t. Menicozzo 5), Improta 6,5, Colussi 5,5 (dal 29’ s.t. Ingrosso), Triarico 6 (dal 11’ s.t. Albanese 5). (Modesti, Gizzi, Marcotullio, Infantino) All. Graziani 5.
FONDI (3-5-2) Gasparri 6,5; Palumbo 6, Fedi 6, Pacini 6; Esposito 6 (dal 1’ s.t. Marotta 6), Bernasconi 6, Tamasi 6, Colella 6 (dal 1’ s.t. Cucciniello 6), Naglieri 6,5; Guidone 6,5, D’ Anna 6 (dal 18’ s.t. Prisco 6,5). (De Lucia, Serpico, Chiarini, De Giorgi) All. Capuano 6,5.
ARBITRO Losito di Pesaro 6.
NOTE spettatori 700 circa, incasso di euro 4000 circa. Ammoniti Tamasi, Palumbo, Mucciante, Improta, Fedi, Ingrosso. Angoli 6 a 12
Alessandro Fallocco