Quale futuro attende L’Aquila Rugby?
A degna conclusione di una stagione apertasi nella più totale incertezza, ci stiamo addentrando in un finale, se possibile, ancora più oscuro. La nebbia in cui ci si muove in questi giorni è fitta e non tende a diradarsi. Da chi sarà composta la dirigenza aquilana nella prossima stagione? I Navarra acquisteranno veramente l’intera società? Qualche imprenditore locale darà il proprio appoggio esterno alla società nero verde?
Tante domande, poche risposte.
La bagarre, solitamente estiva, quest’anno è cominciata con qualche mese di anticipo sul tabellino di marcia ed inevitabilmente ha invaso le pagine dei giornali locali e le conversazioni mattutine nei bar aquilani. In città tanto si parla e tanto si ipotizza riguardo questa fantomatica ed oscura trattativa che si starebbe tramando. Le voci che si rincorrono porterebbero però a pensare che, alla fin fine, tutto resterà immutato e nessuno acquisterà la società. Ma si sa, sono solo voci cittadine, incontrollate ed emotive.
Come si potrebbe rifiutare di vendere una società a chi vuole portare la squadra in Europa? Una ragione che molti ritengono valida è rappresentata dalla volontà, comune ai tanti che di sport vivono, di mantenere il controllo sulle finanze da gestire autonomamente: qualcuno mette i soldi per aiutarci e noi mettiamo la testa per dirigerli nelle direzioni più opportune. A ben vedere sono un paio di anni che dalla società aquilana si levano gli accorati ed opportuni richiami ai tanti imprenditori aquilani che guardano senza intervenire. Allora la società non vuole vendere e cerca solo dei possibili appoggi esterni? Potrebbe essere questo il punto, ma, come già detto, si deve procedere per tentativi. Nessuno fornisce spiegazioni chiare e, inevitabilmente, bisogna cercare risposte ovunque. Quindi, se questa fosse la verità, staremo assistendo a tante chiacchiere che non porteranno mai a nulla, dato che il destino della trattativa è già scritto nelle intenzioni di chi sta trattando.
Ecco, chi sta trattando? Abbiamo parlato dell’Aquila Rugby, ma L’Aquila con chi sta trattando? E, soprattutto, siamo sicuri che gli interlocutori siano realmente capaci di investire così tanti soldi nella società nero verde? E adesso si ribalta di nuovo la situazione. Ammesso anche che sia vero che la dirigenza aquilana non voglia vendere la società, rimane comunque il dubbio che anche chi la vuole comprare abbia o meno la possibilità di fare quello che promette. Ovviamente l’auspicio è che tutto sia reale. Che veramente in qualche anno si possa lottare per lo scudetto, che si riescano miracolosamente a limare i 48 punti che questa stagione dividono i nero verdi dal primo posto, che si realizzi il sogno della franchigia del centro sud con sede a L’Aquila per giocare in Celtic League. Ad essere sinceri, tutto questo sembra molto difficile, soprattutto per quanto riguarda l’ultima ipotesi, in considerazione anche del fatto che sono sempre più insistenti le voci che vorrebbero imminente la realizzazione della franchigia federale con sede a Roma.
Ma, di nuovo, stiamo andando avanti per ipotesi. È la sola cosa che ci è concessa fare in questo momento e, visto che ci siamo, chiediamoci anche il motivo per cui qualcuno dovrebbe investire così tanti soldi in una società di rugby. Certo la passione non è in discussione. Ma è solo questo? Sicuramente c’è in ballo la creazione della cittadella del rugby a Poggio Picenze. Progetto serio ed ammirevole. Tutto qui? I maligni che si annidano tra gli avventori dei suddetti bar mattutini vogliono che le reali intenzioni vadano ben oltre la cittadella del rugby. C’è anche chi teme che qualcuno possa voler sfruttare la situazione per ottenere un po’ di pubblicità gratuita. Sinceramente non c’è ancora nulla di fondato e, francamente, non vogliamo neanche lontanamente pensare che ci sia dietro un intento pubblicitario. Non bisognerebbe dare retta alle voci. D’altronde è noto come le voci possono avere due destini ben distinti tra loro. Possono ingigantirsi e trovare col tempo sempre maggiore riscontro nella realtà, oppure possono sgonfiarsi per poi morire velocemente in una secca smentita dall’alto. Ma quando non c’è nessuno che dall’alto parla per conto delle trattative che si stanno portando avanti, le smentite o le conferme non possono arrivare.
Se di voci e sentori abbiamo parlato fino ad adesso, cerchiamo ora di inserire qualche dato certo. Il dato certo che possiamo aggiungere è la cifra precisa di un milione di euro. A tanto ammonta il debito della società nero verde. Da ciò deriva che se L’Aquila Rugby non dovesse essere in grado di pagare tale cifra non potrà iscriversi al prossimo campionato di eccellenza.
Questa è la situazione o, almeno, questa potrebbe essere. Ricapitolando: c’è una squadra che forse non riuscirà a pagare i propri debiti, o forse si. C’è un gruppo imprenditoriale aquilano, stanziatosi a Milano, che vorrebbe acquisire l’intero pacchetto azionario per portare la squadra in Celtic League. Missione quasi impossibile, data la reale difficoltà a pensare alla creazione di una franchigia con sede a L’Aquila. Se non bastasse, a quanto pare, la società non sarebbe in vendita, il che renderebbe inevitabilmente vana tutta la trattativa. C’è la dirigenza aquilana che, intanto, continua a chiedere l’aiuto degli imprenditori locali da almeno 2 anni. Ci sono gli stessi imprenditori aquilani, dei quali qualcuno ha risposto positivamente all’appello, mentre altri ancora non mandano segnali concreti. In conclusione, per oggi era prevista una conferenza stampa da parte dei fratelli Navarra, della quale, sembra assurdo ma è vero, anche la stessa società nero verde era venuta a conoscenza solo dalla carta stampata, ma, ovviamente, tutto è stato rinviato a domani alle ore 15:00, presso l’Hotel 99 cannelle.
Cosa si potrebbe volere di più? Forse un pizzico di chiarezza e magari un pò di serietà non guasterebbero.
Matteo De Santis