L'Aquila Rugby attende il Prato

Navarra si, Navarra no, domani, e questa è l’unica cosa certa, si torna a giocare.

Ore 16:00 al Tommaso Fattori: L’Aquila Rugby – Cavalieri Prato.

Sulla carta dovrebbe essere una partita pressoché inutile oltre che proibitiva per i nero verdi. Inutile per le posizioni già consolidate in classifica, che vedono il Prato saldamente al secondo posto e L’Aquila tranquillamente salva da un paio di giornate. Proibitiva, ovviamente, per la marcata distanza dei valori che scenderanno in campo.

Ma, se quello che abbiamo detto ieri è ancora valido, domani sarebbe il caso che tutta la città si stringesse intorno alla squadra. Almeno per due motivi.

Il primo è puramente legato al piacere personale di vedere una partita del massimo campionato di rugby, cosa che, se dovesse realmente accadere l’irreparabile, dalla prossima stagione sarebbe solo un miraggio per la città. In un modo o nell’altro, la partita di domani sarà l’ultima di un ciclo. Potrebbe essere l’ultima prima del baratro oppure l’ultima con questa società, ma qualunque cosa accadrà in futuro, qualcosa poi cambierà irrimediabilmente.

Il secondo motivo, invece, è legato alla voglia che questa squadra continui a vivere. Uno stadio pieno, domani, non risolverebbe certo la situazione, ma senza dubbio darebbe qualche pensiero in più a chi, in questi giorni, è chiamato ad operare, autonomamente, delle scelte decisive per il futuro dell’Aquila Rugby. Sarebbe un modo per dire che questa squadra è di tutti e non si può lasciarla morire così!

L’aria che si respira in città è quella delle grandi svolte, ma, come sempre accade, queste grandi svolte seguono linee troppo spesso separate dalla gente comune, su cui poi ricadono tali scelte.

Tanto per fare un esempio a caso, è come quando si decide come ricostruire una città, senza però parlarne ai cittadini. Ecco, se questo esempio vi ricorda qualcosa di familiare, pensate a L’Aquila Rugby come a un cantiere in costruzione e, domani, venite a far sentire la vostra voce, per non lasciare che anche questa ricostruzione venga boicottata a tavolino.

Matteo De Santis