Consiglio federale della Fgci, Malagò: "Fossi in Tavecchio mi dimetterei"

20 Novembre 2017   11:07  

Il giorno più lungo di Carlo Tavecchio, arroccato subito dopo la mancata qualificazione azzurra al mondiale sulle sue posizioni e per il momento restio a rassegnare quelle dimissioni che invece da più parti vengono invocate. "Ma lui - garantiscono i suoi più stretti collaboratori - non entrerà nel consiglio federale di oggi dimissionario". Questo non vuol dire però che le dimissioni non possano arrivare a riunione in corso, quando si arriverà alla conta dei voti.

Giovanni Malagò ha detto che pensa e si augura che Tavecchio si presenterà dimissionario. D'altra perte, Malagò è stato chiaro fin da subito: "Fossi in Tavecchio mi dimetterei"), in molti, quasi tutti (vengono annunciati tra l'altro sondaggi plebiscitari sull'argomento), vogliono la testa del capo del calcio italiano, che dal canto suo ha provato a ideare una bozza di programma per i prossimi due anni e mezzo di governo in Federcalcio, per il rilancio del movimento a partire dalla base. Sono però sempre meno le componenti disposte a concedergli la fiducia, quella che di fatto Tavecchio chiederà in un Consiglio ridotto all'osso per via dei due commissariamenti di Lega A e B.

Al momento, sicuro alleato di Tavecchio c'è il solo Renzo Ulivieri, presidente dell'AssoAllenatori e vicepresidente federale.

All'opposizione invece figurano il sindacato dei calciatori (Aic), da sempre contrario alla sua elezione, e da ultima la Lega Pro di Gabriele Gravina. E se già queste due componenti si dovessero dimettere in blocco, Tavecchio non avrebbe più la maggioranza. Numeri che però potrebbero tornare a suo favore già tre giorni dopo con l'elezione del nuovo presidente della Lega B.

Per questo il movimento cadetto, a partire dal commissario Mauro Balata, vorrebbe posticipare la discussione alla settimana prossima ("Niente riforme senza di noi" ha detto all'Ansa, subito imitato dai presidenti del Frosinone Stirpe e dell'Entella Gozzi). E dopo Samp-Juve anche l'azzurro Chellini chiede tempo "per portare candidati credibili e progetti giusti senza voler fare una caccia alle streghe".

Ma un altro azzurro, ancor più prestigioso del difensore juventino, capitano della Nazionale campione del mondo 2006 nonché pallone d'oro nello stesso anno, Fabio Cannavaro è di tutt'altro avviso: "La gente si aspetta un segnale forte e questo è il momento di darlo, devono andare via tutti non solo Tavecchio. La mia stima va a Gravina, l'unico che ha fatto un passo indietro".

A proposito di Gravina, il n.1 della serie C e l'Aic auspicano una presa di responsabilità da parte di Tavecchio. Un passo indietro, insomma, che il presidente federale potrebbe fare solo se si vedesse davvero sfiduciato dalla gran parte del suo consiglio.



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