Che tra Chieti e Pescara non sia mai corso buon sangue si sapeva, ma adesso riemergono da sotto le ceneri tensioni che alcuni pensavano si fossero placate con il passare del tempo.
Invece, così non è: infatti, i due capoluoghi, distanti appena 15 km fra loro, non solo sono tornati a discutere per il problema legato allo scarico dei rifiuti ma, come una mina, si è riaccesa anche la rivalità calcistica.
Motivo della contesa è stato l'inserimento di Zdenek Zeman fra le nomination del "Premio Prisco", storico riconoscimento che si consegna al Teatro Marrucino di Chieti ai migliori calciatori, allenatori e dirigenti di Serie A.
La notizia, riportata martedì sui giornali, ha fatto rapidamente il giro del web e anche se, molto probabilmente, il boemo non dovesse ritirare il premio (pare, infatti, che i vincitori siano già stati scelti e il premio per gli allenatori sia stato conferito a Montella) la vicenda ha scalfito e non poco l'orgoglio dei teatini che sono passati subito al contrattacco: "Adesso basta! Questa ondata mediatica, e non, di pescaresità ci ha stancato!" - si legge nei volantini sparsi per la città - "chiediamo rispetto per la nostra storia, la nostra tradizione e per la nostra città che continua ad essere calpestata da chiunque. L'ultima chicca arriva dalla notizia che il Premio Prisco 2012 possa essere assegnato a Zeman...se lui verrà dentro il nostro teatro...noi ci saremo!Chieti merita rispetto".
Questo il messaggio, duro e orgoglioso, del popolo di Chieti. Ovviamente, la risposta dal fronte pescarese non poteva mancare e si è scatenata sul Social network: il gruppo "Pescara su Facebook" è pieno di commenti, sfottò e illazioni che sfociano nel più becero campanilismo. Ed ecco che si pensa di spostare il "Prisco" a Pescara, senza tenere in considerazione che il premio è uno dei capisaldi del "Maggio Teatino".
Insomma, la polemica continua nella sua sterilità all'insegna di quello che, senza dubbio, può essere chiamato "fanatisimo" che non vuole placarsi nè da una parte nè dall'altra: è bello essere orgogliosi della città in cui si è nati, ma accusarsi reciprocamente in un clima ai limiti della civiltà non è il modo migliore per dimostrarlo.
Daniele Polidoro