Nel girone F, spicca sicuramente la Bosnia Erzegovina, nazionale all'esordio assoluto al Mondiale di calcio, l'unica debuttante tra le 32 partecipanti a Brasile 2014.
Non ha vinto alcun titolo, data anche la giovane storia della nazione, autonoma dalla ex Jugoslavia solo dall'aprile 1992, ma l'impresa del romanista Miralem Pjanic e Vedad Ibisevic, autore del gol qualificazione, del laziale Senad Lulic e del bomber Edin Dzeko ha scritto una pagina di storia importantissima per una nazionale che ha costruito un miracolo dalle ferite della guerra.
I "Dragoni" hanno dominato il girone di qualificazione vincendo tutte le partite tranne una con una filosofia al limite dell'ingenuità: segnare un gol più dell'avversario. La qualificazione è giunta il 15 ottobre scorso, all'ultima partita, vincendo 1-0 in Lituania. Una nazionale multi-etnica, a dispetto del fatto che i serbi ed i croati del paese tifano contro la nazionale bosniaca, sostenendo invece quelle delle repubbliche di origine.
La nazionale biancoblù però è sicuramente una prova ed un esempio di come la cooperazione possa esistere e possa dare risultati. Basta guardare il primo gol segnato al Liechtenstein: Zvjezdan Misimovic, il giocatore con più presenze in nazionale, che è di etnia serba, lancia Edin Džeko, di provenienza bosgnacca, che scatta e segna: non a caso è il miglior goleador della nazionale. Sono la coppia d'attacco che fece volare il Wolfsburg fino allo scudetto del 2009.
In porta gioca Asmir Begović, bosgnacco cresciuto in Canada, baluardo dello Stoke City in Premier League. meritevoli di una menzione capitano Emir Spahić, bosgnacco vissuto a lungo in Croazia, e Boris Pandza, di etnia croata.
Certo, questa nazionale non rispecchia la società della Bosnia Erzegovina di oggi, una nazione che ha ancora il 44% di disoccupazione e un reddito medio mensile che non supera i 500 euro. Però questa nazionale così facile da apprezzare è l’immagine di quello che il paese balcanico potrebbe diventare, alle giuste condizioni.
A disposizione del ct Safet Susic, vechia gloria della nazionale jugoslava e del Paris Saint Germain, c'è una rosa giovane e davvero competitiva, soprattutto a centrocampo e in attacco, dove può vantare giocatori del calibro dei "romani" Pjanic e Lulic e dei bomber Dzeko e Ibisevic. Il passaggio del turno, dopotutto, appare ampiamente alla portata: tolta l'Argentina, Nigeria ed Iran non sembrano ostacoli insuperabili. Se i "Dragoni" dovessero giungere agli ottavi, poi, tutto potrebbe succedere.
L'esordio assoluto dei bosniaci al Mondiale ci sarà il 15 giugno alle 19 (0.00) a Rio De Janeiro contro l'Argentina di Messi e compagni. Il secondo appuntamento sarà il 21 alle 18 (0.00) a Cuiabà conto la Nigeria, prima di concludere il girone contro l'Iran il 25 alle 13 (18) a Salvador.
I 30 preconcocati del ct Safet Susic
Portieri: Jasmin Fejzic (Aalen/Germania), Asmir Begovic (Stoke City/Inghilterra), Asmir Avdukic (Borac Banja Luka), Dejan bandovic (Sarajevo)
Difensori: Sead Kolasinac (Schalke 04/Germania), Ervin Zukanovic (Gent/Belgio), Avdija Vrsajevic (Hajduk Spalato/Croazia), Ermin Bicakcic (Eintracht Braunschweig/Germania), Toni Sunjic (Zorya Lugansk/Ucraina) Ognjen Vranjes (Elazigspor/Turchia) Mensur Mujdza (Friburgo/Germania), Emir Spahic (Bayer Leverkusen/Germania)
Centrocampisti: Izet Hajrovic (Galatasaray/Turchia), Sejad Salihovic (Hoffenheim/Germania), Haris Medunjanin (Maccabi Tel-Aviv/Israele), Senad Lulic (Lazio/Italia), Miralem Pjanic (Roma/Italia), Zvjezdan Misimovic (Guizou Renhe/Cina), Tino-Sven Susic (Hajduk Spalato/Croazia), Muhamed Besic (Ferencvaros/Ungheria), Senijad Ibricic (Erciyesspor/Turchia), Anel Hadzic (Sturm Graz/Austria), Adnan Zahirovic (Bochum/Germania), Srdan Stanic (Zeljeznicar)
Attaccanti: Edin Dzeko (Manchester City/Inghilterra), Vedad Ibisevic (Stoccarda/Germania), Edin Višća (Istanbul BB/Turchia), Ermin Zec (Genclerbirligi/Turchia)
Fabio Stante
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